DALLA MATERIA PRIMA IN INGRESSO ALLE CONFEZIONI IN USCITA
Fondata nel 1957, Coroos è un’azienda familiare Olandese che si trova ai vertici tra le prime tre produttrici di conserve di frutta, legumi e vegetali in vasi, lattine e contenitori flessibili.
I suoi prodotti si trovano in molti supermercati Europei, etichettati con marchi di qualità, privati o prodotti di base – sia sugli scaffali dei generi alimentari sia nelle sezioni dei surgelati.
A partire dal 1960, dopo la costruzione della sua prima sede produttiva, ha dato massima importanza all’evoluzione del prodotto e alle preferenze dei consumatori, dove, attraverso decenni, ha assistito a costanti cambiamenti di tendenze nel mercato e comportamenti dei consumatori, ai quali si è dovuta adattare.
Questi cambiamenti, con l’aumento delle occasioni per mangiare e la diminuzione nei componenti delle famiglie, hanno gettato le basi per lo sviluppo nella tipologia di prodotti e di conseguenza anche nell’evoluzione delle confezioni, campo nel quale ha dimostrato la propria eccellenza nell’introdurre imballi in lattine e vasi di piccole dimensioni insieme a confezioni flessibili.
Una delle più recenti tendenze nel confezionamento – fondato sull’aumentata consapevolezza dei consumatori che meno plastica favorisce il miglioramento della situazione ambientale – è la distribuzione di imballi secondari che sfruttano materie di facile riciclaggio, come il cartone, in sostituzione di imballi con plastica retraibile.
Il Direttore, George Oostrom si accorse ben presto che il gradimento della plastica stava precipitando, quindi si mise alla ricerca sul mercato per una tecnologia alternativa. La sua esperienza positiva con Cama Group in precedenti ricerche di soluzioni per imballi secondari – supportato da un apprezzamento in generale dei macchinari costruiti nel Nord Italia – lo spinse ad invitare Cama ad aiutarlo nell’affrontare la sua sfida per la sostenibilità.
“Come azienda familiare, non abbiamo le risorse per indovinare la sostenibilità nei confronti di un socio o di una tecnologia,” spiega George Oostrom, “la maggior parte dei nostri rapporti lavorativi sono basati sulla fiducia e l’esperienza.
Sapevamo di dovere prendere le distanze da imballi a materiali misti e avvicinarci invece a materiali come il cartone o soluzioni in plastica semplice.
Laddove non riusciamo a sostituire materiali, valutiamo anche come limitarne l’uso con lattine di minore spessore. Attraverso l’Europa, incontriamo diverse realtà, dove alcuni paesi preferiscono il riutilizzo, mentre altri approvano il riciclo. Si tratta di trovare l’equilibrio tra le due cose.”
Oltre agli aspetti ambientali, Coroos si deve prendere cura anche dei cambiamenti nella richiesta di varianti negli imballi da parte dei consumatori, tramite la ricerca di tecnologie alternative per l’imballo secondario, per rimanere al passo coi tempi.
“Dobbiamo considerare la necessità di cambiare formato durante un turno.” spiega George Oostrom. “Le nostre vite devono cambiare, non solo per il riempimento, ma anche nel campo degli imballi secondari.
Le lattine si confezionano in scatole di cartone, mentre i contenitori di plastica si avvolgono in custodie a forma di manica ed il numero e la disposizione di questi formati possono variare a seconda del cliente finale.
“Abbiamo installato la nostra prima macchina Cama nel lontano 2002 e l’ultima solo sei mesi fa” continua George Oostrom. “Là fuori c’è tanta competizione, però credo che noi siamo ad un alto livello di qualità nell’imballo che incontra la richiesta. I nostri tecnici conoscono la tecnologia da vicino e la mia personale fiducia nella qualità e l’eccellenza dei macchinari prodotti in Nord Italia è sempre ripagata.
Non è sempre facile trovare un buon personale tecnico per operare le nostre macchine, quindi la facilità di utilizzo e l’affidabilità è molto importante per noi. Un altro trucco è quello di osservare cosa impiegano le aziende più grandi e tramite la presenza di Cama in tante di queste realtà, so di avere fatto la scelta giusta.”
La sostenibilità non si riferisce solo ai materiali, può anche interessare macchine che offrono una OEE superiore (Overall Equipment Effectiveness), particolarmente attraverso la tecnologia studiata e messa a punto per le esigenze di una specifica applicazione. Questa capacità è resa possibile con ZACMI, fornitore di linee di riempimento e chiusura, nella quale George Oostrom ha posto la propria fiducia.
“Stiamo utilizzando macchine ZACMI da molto tempo,” egli spiega. “Oltre ad offrire velocità operative maggiori e innovazioni nei loro macchinari, che si rispecchiavano fedelmente alle esigenze dei miei prodotti, l’azienda ZACMI è situata in Nord Italia – quindi so che la qualità si trova là. Lavorano in stretta collaborazione con Cama su diversi progetti, quindi abbiamo anche un’ottima sinergia tra fornitori.
“Già producevamo 200 milioni di lattine con i macchinari degli anni ’60 presenti nel nostro stabilimento,” ricorda George Oostrom, “stavamo considerando un cambio delle nostre macchine di riempimento e chiusura e abbiamo deciso di rivolgerci al concetto ZACMI”.
Di conseguenza, abbiamo tolto le nostre vecchie macchine e sostituito con una soluzione di macchinari che ci ha fornito una maggiore qualità, velocità più alte, igiene migliore e un’elevata sicurezza sul lavoro.
“ZACMI è così avanti in termini di innovazioni nei suoi macchinari,” continua George Oostrom, “e altre aziende nella zona iniziavano a lavorare insieme, permettendo così la realizzazione di linee complete con tecnologie affini. Questo rapporto è dimostrato dallo stretto legame di collaborazione tra Cama e ZACMI.”
“Quando penso alla giustificazione dei miei investimenti in capitale, non considero il CaPex come fattore determinante,” conclude George Oostrom. “Potrei trovare macchinari più economici? Probabilmente sì. Però, mi offrirebbero gli stessi livelli di qualità, rendimento e costi per la loro intera durata? Quasi sicuramente no. La prestazione delle macchine è da considerare come una parte della formula di sostenibilità.
L’essere ecologici o il volere sembrare ecologici non riguarda solo i materiali, ma riguarda anche l’OEE (Overall Equipment Effectiveness) e cioè, il rendimento globale delle attrezzature, i costi di manutenzione, il consumo e l’usura delle parti e una miriade di altri fattori, che entrano in gioco quando si considera l’impatto di una macchina.
Infine, come azienda familiare, la tranquillità e la fiducia, giocano anch’esse un ruolo enorme; e collaborare con due aziende che sono buoni amici tra di loro è un vero vantaggio.”